Sulla base del karate di Okinawa, la famiglia Funakoshi modificò il karate appreso dai Maestri Itosu e Azato, per adattarlo alle esigenze di quel particolare momento storico. Negli anni '40, in prospettiva dell'imminente Guerra del Pacifico (1941-1945), lontano dalla sua terra natia, Gichin Funakoshi, con l'aiuto del figlio Gigo e con alcuni dei suoi più esperti assistenti, codificò tre kata di difesa personale e combattimento, improntati sulla praticità e semplicità e, sopratutto, su concetti presi in prestito del budo giapponese. Così, il Ten No Kata (kata del cielo) fu il kata principale che diede vita ad altri due kata: Chi No Kata (ata della terra) e Ji No kata (kata dell'uomo), questi due poi messi nel dimenticatoio dall'organizzazione JKA guidata da Masatoshi Nakayama.
Originariamente tali kata contemplavano lo studio di tre diversi tipi di distanze (dai san ma), che hanno ispirato il maestro Kase ed altri grandi maestri di karate di diversi stili: O waza, Chu waza, Ko waza o in modo più specifico, Chika-ma, Issoku no-ma, To-ma. Il principio di armonizzazione del budo, il ritmo (hyoshi), il tempo d'esecuzione (toki) e il kawashi, le forme di elusione e schivate classiche della spada giapponese furono i principi sui cui si fondavano tali kata, frutto di esperienze di grandi maestri.
Il Ten No Kata è un "kata" atipico, non criptato, poiché lo scopo dello stesso era quello di addestrare alla difesa personale e al combattimento ravvicinato un numero sempre più elevato di persone. La parte omote (facciata esterna) viene allenata senza avversario, mentre la parte ura (lato rovesciato) si allena con l'avversario. Dal punto di vista tecnico il Ten No Kata insegna come affondare il baricentro e come sfruttare la spinta delle anche, con la partenza da una posizione di combattimento insolita, yoi (pronto). Nello studio iniziale del kata la parata e il contrattacco vengono divisi in due tempi (go no sen), mentre, in seguito, per i più esperti, lo studio implica l'applicazione della parata e contrattacco in simultanea (tai no sen), quest'ultima fase è ciò che rende il kata una vera ed efficace tecnica di difesa personale che se ben applicata non lascia spazio ad altre azioni da parte dell'avversario.
Il Maestro Gichin nel suo libro KARATE DO NYUYMON scrive:
“Il Ten no kata (forma del cielo) non è un kata tramandato dal passato: si tratta, piuttosto di un kata composto da mosse che ho selezionato dagli otre 30 kata tradizionali che formano il palinsesto del karate-do. Il primo criterio di selezione che ho adottato nello scegliere le mosse è stato valutarne l’adeguatezza per i principianti. Questo kata può essere praticato da solo (nella forma “omote”) e (nella forma “ura” praticata come esercizio di coppia) ma è adatto specialmente per l’allenamento di gruppo…”