Leggendo i suoi testi sul Karate è possibile comprendere che il maestro Funakoshi era un Maestro di Budo, al Sensei non interessavano le gare, i gradi e la violenza gratuita, per lui il karatedo era uno stile di vita austero e riservato.
Gichin Funakoshi attraverso la pratica e la diffusione del karate cercava il suo Do e l'auto perfezione, egli era sicuro che la pratica del karatedo potesse migliorare non solo i praticanti ma il mondo intero, per questo motivo mise tutta la sua energia per realizzare un sogno: diffondere il karate in tutto il mondo, una sfida che il maestro seppe affrontare e vincere anche rinunciando a parte della sua vita privata.
Funakoshi Sensei era convinto che senza il rispetto per se stessi e gli altri non si potesse praticare il vero budo né il vero karatedo. Il maestro Funakoshi esortava spesso i suoi allievi dicendo loro: "non dimenticate mai che il karatedo inizia con il rispetto e finisce con il rispetto, solo con il massimo atteggiamento di attenzione e deferenza possiamo comprendere ciò che l'arte marziale è in grado di offrirci".
Il saluto (rei) non è soltanto un rituale automatizzato che deve scattare ogni qualvolta ci poniamo davanti all'avversario; l'atto del Rei ha in sé precetti della moralità e dell'insegnamento del Budo, all'interno del quale l'adepto deve porre tutte le attenzioni e il rispetto che si deve ad ogni essere umano.