Circa 30 anni fa Sensei kase introdusse nei suoi programmi formativi di karate due nuovi kata: Heian Oyo e Tekki Oyo.
Il primo una compendio, con alcune varianti, dei primi quattro kata Heian e il secondo una sintesi dei tre Tekki.
A mio parere la ricerca del Maestro Kase portò a comprendere che molto spesso l'ermeticità dell' embusen dei kata porta il praticante ad acquisire una padronanza della tecnica unilaterale o solo in una determinata direzione, naturalmente questo comporta che, in una situazione di difesa personale, il praticante si blocchi davanti ad un attacco non conforme a ciò che lui è abituato ad eseguire nel kata omote o che gli è stato confezionato ad hoc dal proprio Sensei.
Con il "concetto" di Oyo Kase Sensei volle stimolare i praticanti più esperti a non fermarsi esclusivamente alla formale apparenza del gesto, il Sensei, con questo metodo, introdusse una nuova forma d'espressione libera che prevedeva di attaccare e difendersi in avanti, indietro e in tutte le situazione che, naturalmente, si modificano e si adattano in base all'avversario e/o alle circostanze tattiche del momento e del luogo dove avviene lo scontro.
La sequenza di Heian Oyo è : Nidan-sandan-godan-yondan-nidan, mentre quella del Tekki Oyo è: shodan-sandan-nidan-shodan.
Inutile dirlo, i due Oyo kata vanno praticati e approfonditi solamente dopo avere acquisito una profonda conoscenza dei kata Heian e dei tre Tekki.
Il prezioso e originale messaggio che Sensei Kase volle trasferire alle nostre generazioni è quello che dopo tanti anni di pratica il kata deve diventare un combattimento libero, svincolato dalla forma; l'esecutore deve adattarsi all'attaccante e non viceversa (cosa che si vede sempre più nelle proposte applicative di molti maestri).
Il bunkai da semplice indicatore di tecnica postula lo studio della tecnica, della tattica e della strategia del combattimento globale, lo scontro senza regole e senza vincoli sportivi.