Lo Hyoshi è il ritmo del combattimento interno (nostro) ed esterno (quello determinato dall'avversario), esso va allenato con la massima determinazione, la mancanza di tale requisito rende il combattente privo di difesa nei riguardi di chi invece lo ha appreso e lo sa usare con determinazione.
Per fare in modo che la nostra tecnica entri nella distanza e nella guardia dell'avversario (Maai), lo Hyoshi deve essere "discordante", solo variando il nostro ritmo possiamo invadere lo spazio dell'avversario sorprenderlo, colpirlo e uscire dalla sua guardia senza essere colpiti.
Infatti tra due esperti di Arti Marziali è proprio l'atteggiamento (seme) preparatorio e l'imposizione del proprio ritmo e della distanza che determina la vittoria e/o la sconfitta, nel combattimento del Budo la tecnica è solo un appendice di un sottile processo mentale/strategico definito Hejo.
Nello svolgimento del combattimento, infatti, uno degli aspetti più difficili ed essenziali è il saper cogliere il flusso di attenzione dell'avversario che varia continuamente, sfruttando questi "alti e bassi" possiamo trovare delle vere e proprie aperture fisiche e mentali che renderanno adeguate le nostre tecniche.
Il ritmo (Hyoshi), la distanza Maai sono strettamente connessi allo Yomi (prevedere), solo attraverso questi tre parametri il Budoka è in grado di combattere efficacemente, pertanto, nel kumite più del "come colpire" è importante "dove e quando" colpire.
In tal senso, anche quando la nostra prestanza fisica andrà a diminuire, se abbiamo studiato, sperimentato e progredito nello studio dello Hyoshi e dello Yomi, le nostre capacità "percettive" potranno sopperire alla mancanza di prestanza fisica, infatti, è solo in questa direzione che si sviluppa la vera differenza tra un combattimento sportivo è la pratica del Budo.