Non tutti i praticanti di karate shotokan sono a conoscenza che il karate che oggi praticano, un tempo non tanto lontano, comprendeva anche, come del resto tutto il karate di Okinawa, lo studio e l'uso delle armi/attrezzi usati anticamente dagli agricoltori e pescatori dell'isola.
Il metodo stilistico a mani nude delle Ryu kyu, conosciuto anticamente come Tode (oggi karate), si intrecciò con l'antico metodo Kobu-jutsu (oggi kobudo); tale evoluzione portò a due distinte tecniche di combattimento a mani nude e con armi: per alcune classi di bushi (nobili guerrieri) era previsto l'uso delle armi "nobili", mentre i normali cittadini potevano utilizzare solo gli attrezzi che i stessi impiegavano nel loro lavoro quotidiano.
Nonostante molte informazioni siano andate smarrite, alcune testimonianze di allievi diretti dei due maestri Funakoshi, diverse foto e tracce scritte ci dicono che in quel particolare periodo il karate dei Funakoshi, padre e figlio, comprendeva un discreto studio delle armi quali: bo, tonfa, nunchaku e sai: di fatto il curriculum stilistico shotokan dell'epoca comprendeva ben 5 kata di Bo, finiti poi nel dimenticatoio della JKA.
A tal fine il giovane Yoshitaka Funakoshi ideò un suo kata di bo matsukase no kon (il bastone del vento della pineta), tale kata raggruppava buona parte delle tecniche dei primi 5 kihon/kata di bo un tempo inclusi nei programmi stilistici shotokan.
Molti sono gli indizi e gli intrecci che partendo dai maestri Funakoshi ci portano ad altri maestri come: Sanra Chinen, Chojo Oshiro..., fino ad arrivare al maestro di Gichin Funakoshi, il maestro Anko Asato, a sua volta collegato al grande maestro Tode Sakugawa, considerato uno dei più grandi esperti del combattimento con armi e a mani nude.