Il saluto nelle Arti Marziali ha molteplici significati e qualità: primo su tutto serve a stabilire la rete di connessione di un modello gerarchico utile ad acquisire tutte le abilità fisiche, psichiche e tecniche interne all'arte.
Salutare senza avere di fronte l'avversario, esempio, prima di eseguire un kata da soli, è "ricordare" al nostro corpo e mente che devono acconsentire di sottomettere le nostre pulsioni, salutare prima di entrare nel dojo, anche se non ci sono altre persone presenti è una forma di rispetto verso la scuola, la storia che essa rappresenta e le sue origini.
Salutare il maestro è una forma di stima verso qualcuno che è in grado di trasferirci un sapere, una conoscenza, rispettando la gerarchia strutturale che è in grado di somministrare all'allievo l'intero processo educativo marziale (shugyo).
Il saluto all'avversario è la formalizzazione e la presa in carico del rispetto delle "regole ", si combatte ci si scontra senza farsi la "guerra": " io rispetto te avversario in quanto la tua presenza , il tuo impegno e la tua lealtà del rispetto delle regole mi aiuterà a combattere le mie paure, le mie incertezze e le mie cattive abitudini".
Nel lascito storico/culturale del Maestro G. Funakoshi, nei suoi venti punti importanti e fondanti della disciplina del karatedo il saluto è stato messo al primo posto, il punto uno dello shoto niju kun (i venti precetti del karate) recita: "non dimenticare che il karate-do inizia e finisce con il saluto".