Nel corso dei secoli le arti marziali giapponesi, in particolare ad Okinawa, si sono diffuse e mescolate con i diversi sistemi di combattimento a mani nude, metodi che utilizzavano armi militari e altri che impiegavano attrezzi contadini di ordinario utilizzo. Dato il divieto di utilizzo di armi bianche, l'obiettivo era quello di riuscire a trasformare in armi letali qualsiasi genere di attrezzo comune applicandole ai diversi momenti di vita e situazioni di pericolo, contro attacchi improvvisi e reali che potevano capitare durante la vita di tutti i giorni, anche contro persone armate di armi da taglio.
La fase dal nono al sedicesimo secolo fu il periodo migliore per mettere appunto, collaudare, perfezionare e sistemare nella pratica l'uso delle armi e i diversi stili di combattimento corpo a corpo.
In Giappone i funzionari di polizia contribuirono a creare sistemi di lotta e di controllo di provata efficacia, anche contro banditi e pirati di Yamato.
In quel periodo ogni clan aveva il suo corpo di polizia il cui compito era di tenere sotto stretto controllo qualsiasi tipo di sommossa e, talvolta, come un vero sistema dittatoriale moderno, la polizia non disdegnava utilizzare gli agenti segreti (ninja) per raccogliere informazioni, identificare, anticipare e sopprimere eventuali rivolte da parte della popolazione locale.
Dopo l'unione dei tre regni in un unico stato, voluto dal re Sho Ashi, Okinawa divenne un centro di scambio commerciale molto importante tra la Cina e altri paesi del Sud-Est asiatico, tale periodo d'oro portò moltissime delegazioni cinesi al castello di Shuri per scambi commerciali, culturali e militari, tutto ciò diede un ulteriore e considerevole contributo alla propagazione di tecniche e sistemi marziali di provenienza cinese e non solo.
Il popolo giapponese, costretto dall'esigenze, alle intimazioni promulgati dai diversi Daimyo, Shogun e imperatori dell'epoca, seppe sviluppare sistemi di combattimento a mani nude ed armate di notevole efficacia, metodi efficienti e al tempo stesso molto duttili i quali si sono poi diffusi in tutto il mondo.
La conoscenza di tecniche a corpo libero e con armi (Kobudo) fu per i bushi e per i buke la base di partenza per ogni forma di difesa personale e di auto-protezione collettiva, in particolare per i bujin (esperti di difesa personale) e per molti abitanti del villaggio di Kume, i quali divennero anche responsabili degli scambi commerciali e delle comunicazioni tra Okinawa e la Cina, alcuni funzionari furono autorizzati dai governi ufficiali per intrattenere rapporti di reciproca collaborazione su molti aspetti della vita sociale, politica, militare e culturale.
Solo dopo che Okinawa fu dichiarata prefettura del Giappone, il karate e il kobudo (antica arte marziale) furono presentati pubblicamente: il karate venne introdotto nei programmi scolastici (era Taisho).
Dopo qualche anno il karate si divise in due grandi correnti stilistiche: Shorin-ryu e Shorei-ryu , le due principali aree dalle quali si formarono ulteriori stili (ryu) e scuole (kaiha) più o meno importanti.
Oltre ai Maestri Moden Yabiku e Shinko Matayoshi, un allievo diretto di Funakoshi , Shinken Taira, contribuì ad introdurre il kobudo nel curriculum di studio di molti karateka di Okinawa, le armi più utilizzate erano il Bo (bastone lungo), i tonfa (bastone medi con maniglia) e i nunchaku (due bastoni corti legati da una cordicella), tuttavia, le armi del repertorio Okinawese erano circa una ventina tra cui: Eku, Sai, Kama, Nunti-bo, Kuruman-bo, Rokushaku-gama, Sansetsukon, Suruchin, Kuwa, Tunkuwa, Tinbei, Nunti, Tekko e Tecchu.
Nonostante le divisioni stilistiche e le diverse correnti, il karate ortodosso di Okinawa prevedeva l'utilizzo e lo studio delle armi, fu solo dopo la sua diffusione fuori dall'isola (era Showa) che venne mozzato e deprivato di alcuni suoi punti di forza, come appunto l'uso delle armi da taglio e attrezzi contadini.
In quel periodo ad Okinawa anche lo shotokan della famiglia Funakoshi prevedeva l'utilizzo di armi, lo stesso Yoshitaka Funakoshi diede il suo prezioso contributo a creare ulteriori kata di Bo, solo quando il karate dei Funakoshi si trapiantò in Giappone e si diffuse all'interno di alcune università, per diversi motivi, fu quello che più di tutti gli altri stili abbandonò i programmi di Kobudo.