Atemi e Punti Vitali - Accademia Okugiryugi

Facebook
Seishin  spirito  精神
Bunmei  civiltà  文明
Bunka  cultura  文化
ACCADEMIA OKUGI
Vai ai contenuti

Menu principale:

Atemi e Punti Vitali

Tecnica > Articoli
Atemi e punti vitali

Nelle karate per fare in modo che gli attacchi e le difese possano realmente essere efficaci è indispensabile perfezionare le tecniche di Atemi che per essere tali devono essere indirizzate ai punti neurologici del corpo umano.
Con l'avvento delle gare nel karate la conoscenza e l'importanza dei punti vitali è andata mano a mano sparendo, anzi, in una gara di karate "essere eccessivamente efficace" è controproducente e del tutto inutile.
Un tempo lo studio dei punti vitali non era un'arte separata dalla pratica marziale, anzi, l'arte marziale insegnava attraverso le applicazioni dei kata una precisa ricerca e pratica dei punti di  Kyusho, metodo  che  prevedeva lo  studio approfondito dei punti neurologici,  dei  shichen (12  dodici meridiani del corpo che corrispondono alle dodici divisioni bi-orarie del giorno, che prendono il nome dei dodici animali dello zodiaco cinese), queste  conoscenze  che gli antichi maestri di karate okinawensi  avevano appreso a loro volta  attraverso i loro maestri e allo studio del Bubishi (testo della Boxe della Gru Bianca), venivano  gelosamente custodite  da ogni caposcuola  e trasmesse solo a pochi eletti deputati a diventare i futuri Soke (capiscuola).
La parola Atemi deriva dall'unione di due frasi: Ateru (colpire) e Mi (corpo), poiché la maggior parte dei punti invalidanti e mortali si trovano su tale linea, dalla testa ai genitali,molte tecniche di Atemi sono portate sulla linea centrale del corpo sia anteriormente che posteriormente, è dimostrato che i colpi che raggiungono tali punti possono provocare  shock neurologico o addirittura la morte.
Lo stesso maestro di karate Motobu,che nel suo stile Motobu ryu-karate fece dell'efficacia la sua bandiera, nel suo libro "Okinawa kempo Karate -jutsu-kumite" raccomandava e indicava chiaramente alcune tecniche di combattimento e colpi neurologici derivati dallo studio del Bubishi, applicati realmente dallo stesso nei suoi innumerevoli combattimenti reali contro diversi avversari che egli  stesso usava sfidare per provare l'efficacia delle sue tecniche di karate.
Alcuni quan (in giapponese kata)  basati sulla sollecitazione dei meridiani, oltre che essere utili per rinforzare ed equilibrare il ki della persona, furono concepiti come metodi rituali per apprendere, allenare e trasmettere tecniche segrete di autodifesa estrema, abilità che, in casi gravissimi, potevano decidere la vita o la morte della persona; pertanto gli antichi  bunkai (anticamente chiamati quin -na)  non sono nati per essere applicati alle moderne tecniche di kumite shiai, per tale ragione chiunque tenti di accostare  i bunkai antichi dei kata alle tecniche d'attacco moderne incontra non pochi problemi tattici -strategici, in tal modo i bunkai si trasformano in veri e propri Embu (applicazioni marziali concordate), distorcendo e  disperdendo il "valore reale" dell'efficacia dei kata nella difesa personale.
Nel percorso Okugi© si cerca di ripercorrere questa antica formula che considerava il kata al centro della formazione guerriera, nella formazione Okugi©  l'adepto studia i sorgenti del gesto e non le combinazioni, la scuola marziale insegna a comprendere che i quin-na avevano nella loro spiegazione applicativa tutti i principi del combattimento totale: le tecniche di tegumi, di shime waza, kansetsu waza e lo studio, appunto, del kyusho , mentre i bunkai proposti oggi da molte scuole di karate sono bel lontani da potersi definire tali, a mio parere  sono solo dei discreti  esercizi propedeutici alla difesa personale e nulla più.

Accademia Okugi Ryu Italia a.s.d.
Via Badazzole, 31 - 25018 Montichiari (Bs)
CF: 94019400178


Torna ai contenuti | Torna al menu